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I distopici: "Vox” di Christina Dalcher. E se le parole avessero un limite?
La dottoressa Jean McClellan, neurolinguista di fama, si sveglia in un'America che non riconosce più. Il nuovo governo, guidato da un movimento fondamentalista, ha imposto un silenzio forzato a tutte le donne e le bambine della nazione. Un contatore da polso, applicato a ogni cittadina, monitora il numero di parole pronunciate: superata la soglia delle cento parole giornaliere, una scarica elettrica dolorosa e crescente punisce la trasgressione.
Jean, ridotta al silenzio e confinata al ruolo di casalinga, vive nella frustrazione di non poter comunicare con i figli, in particolare con la piccola Sonia, che sta crescendo senza la possibilità di sviluppare un linguaggio completo. Quando il fratello del Presidente ha un incidente e cade in coma, il governo si rende conto di avere un disperato bisogno proprio delle competenze di Jean. Le viene offerta una possibilità: togliere il contatore a lei e a sua figlia in cambio del suo aiuto per un progetto di ricerca segretissimo. Jean accetta, ma scoprirà presto che la posta in gioco è molto più alta della sua libertà personale e che il silenzio imposto è solo il primo passo di un piano terrificante.
Temi Chiave
Il potere del linguaggio: Il romanzo è una potente riflessione su come il linguaggio modelli il pensiero, l'identità e il potere. Limitare le parole significa limitare la capacità di esprimere dissenso, di formare legami e di esistere come individui complessi.
Diritti delle donne e misoginia: "Vox" esplora con crudezza un'involuzione sociale in cui i diritti delle donne, dati per acquisiti, vengono smantellati. Il libro funge da monito su quanto velocemente le libertà possano essere erose da un'ideologia patriarcale e oppressiva.
Complicità e resistenza: La narrazione indaga le diverse reazioni di fronte all'oppressione: c'è chi si adegua passivamente, chi collabora con il regime per quieto vivere e chi, come Jean, sceglie la via della resistenza, anche quando sembra impossibile.
Il rapporto madre-figlia: Il legame tra Jean e la piccola Sonia è uno dei cuori pulsanti del romanzo. La lotta di Jean non è solo per sé stessa, ma per garantire a sua figlia un futuro in cui la sua voce possa essere ascoltata.
Stile Narrativo
Christina Dalcher, forte della sua esperienza come linguista, adotta uno stile di scrittura diretto, veloce e ad alta tensione. La narrazione in prima persona, dal punto di vista di Jean, crea un'immedesimazione immediata e angosciante. Il ritmo è quello di un thriller: incalzante, ricco di colpi di scena e con un senso di urgenza che tiene il lettore incollato alla pagina. L'autrice mescola abilmente la suspense della trama con riflessioni profonde sul valore della comunicazione, rendendo la lettura tanto avvincente quanto stimolante.
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Guida alla Lettura
L'ispirazione per "Vox" non è nata da un singolo evento, ma da una crescente preoccupazione dell'autrice, Christina Dalcher, di fronte al clima politico e sociale degli Stati Uniti durante le elezioni del 2016. Da linguista, la Dalcher è sempre stata affascinata dal modo in cui usiamo il linguaggio. Ha notato un cambiamento nel discorso pubblico, una tendenza a zittire le voci considerate scomode, in particolare quelle femminili.
Il romanzo è la sua risposta distopica alla domanda: "Cosa succederebbe se portassimo questa tendenza alle estreme conseguenze?". Non è un libro di fantascienza astratta, ma un monito radicato in una realtà percepita. L'autrice voleva esplorare non solo la perdita della parola, ma anche la passività e la complicità che possono permettere a un'ideologia estremista di prendere il potere. "Vox" nasce quindi da un'urgenza civile e politica: quella di ricordarci che i diritti non sono mai garantiti per sempre e che la parola è il primo e più potente strumento di libertà da difendere.
Storia Editoriale
Pubblicato per la prima volta nel 2018, "Vox" è diventato rapidamente un bestseller internazionale, tradotto in numerose lingue. Ha cavalcato l'onda di un rinnovato interesse per la narrativa distopica, venendo accolto dal pubblico e dalla critica come un romanzo attuale e necessario. La sua pubblicazione ha generato un vasto dibattito, inserendosi perfettamente nel contesto dei movimenti femministi e delle discussioni globali sui diritti civili, a dimostrazione della sua capacità di intercettare le ansie del presente.
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Confronti con Altri Romanzi Distopici:
"Il Racconto dell'Ancella" di Margaret Atwood: È il paragone più immediato e calzante. Entrambi i romanzi descrivono una teocrazia totalitaria sorta negli Stati Uniti in cui le donne vengono private dei loro diritti fondamentali. Se l'opera della Atwood si concentra sul controllo del corpo e della capacità riproduttiva, "Vox" si focalizza sul controllo della parola come strumento di sottomissione intellettuale.
"1984" di George Orwell: Mentre Orwell immaginava il controllo del pensiero attraverso la manipolazione del linguaggio (la "neolingua"), Dalcher esplora una forma di controllo più brutale e diretta: la sua negazione. Entrambi, però, condividono l'idea centrale che chi controlla il linguaggio, controlla la realtà e il potere.
"Fahrenheit 451" di Ray Bradbury: In questo classico, la conoscenza viene annientata attraverso la distruzione dei libri. In "Vox", la conoscenza viene soppressa impedendo la sua trasmissione attraverso la parola. L'obiettivo del regime è lo stesso: creare una società ignorante, passiva e facilmente controllabile.
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