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Troncamacchioni di Alberto Prunetti: la voce potente e indomabile della classe operaia.
Trama
Il protagonista è l'autore stesso, che continua a indagare la vita e la morte del padre Renato, operaio siderurgico. I "troncamacchioni" erano gli operai addetti alla rottamazione, ma nel libro diventano il simbolo di una rabbia e di un desiderio di sabotare il sistema che li sfrutta. La narrazione si muove tra il passato del padre, segnato dalla fatica e dalla malattia professionale, e il presente del figlio, che usa la scrittura come un'arma per fare i conti con la storia, recuperare un linguaggio e un'identità di classe e chiedere giustizia. È la storia di un corpo operaio che diventa un archivio di lotte e sofferenze.
Temi chiave
Lavoro e sfruttamento: la durezza della vita in fabbrica, la malattia come conseguenza diretta del lavoro e la lotta per i diritti.
Memoria e identità di classe: il recupero delle radici operaie come atto di resistenza culturale e politica.
Il rapporto padre-figlio: un dialogo a distanza tra generazioni, basato sulla trasmissione di valori, rabbia e orgoglio.
Il corpo come archivio: il fisico del lavoratore che porta i segni della sua storia e del suo sfruttamento.
La lingua come strumento di riscatto: l'uso di un linguaggio "materno", ricco di dialetto e gergo operaio, per rivendicare un'identità e raccontare una verità scomoda.
Stile narrativo
Lo stile di Prunetti è diretto, fisico, potente e intriso di rabbia. La sua prosa è un impasto di italiano colto e di vernacolo maremmano, una lingua viva che restituisce con autenticità il mondo che descrive. La narrazione mescola autobiografia, invettiva, saggio sociale e romanzo, creando un'opera ibrida e di grande impatto emotivo e politico.
