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Napoletani di Broadway: il teatro di Napoli nella New York del '900, il conservatorio, l'America...

Riferimento: 9788872971840

Editore: ABE
Autore: Polidoro Antonio
Collana: Fratelli d'America
Pagine: 80
Formato: Libro rilegato
Data pubblicazione: 05 Giugno 2025
EAN: 9788872971840
Autore: Polidoro Antonio
Collana: Fratelli d'America
In commercio dal: 05 Giugno 2025
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36,00 €
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Descrizione

Alla fine dell'Ottocento risale la nascita del musical, ormai una vera e propria forma musicale-teatrale che mette insieme musica, recitazione, canzoni (destinate il più delle volte ad avere vita propria), azioni coreografiche, brani strumentali e corali, tutti i linguaggi che concorrono a raccontare una vicenda che affonda le sue radici nella società americana o che sia il frutto di una trasposizione (in libertà, molto in libertà) di soggetti classici. Tra i primi grandi successi Show Boat di J. Kern del 1927 e My Fair Lady del 1956, liberamente tratto da Pygmalion di G.B.Shaw. In tempi più recenti si ricorda quell'autentico capolavoro di Leonard Bernstein, grandissimo direttore, straordinario pianista e compositore di fresca ed originale cifra, quel West Syde Story che è uno scrigno di momenti che hanno vissuto di luce propria come la splendida Maria, interpretata dai mostri sacri della canzone e Tonight. Dagli anni venti in poi stelle di prima grandezza, come I. Berlin, C. Porter, R. Rodgers e lo stesso Gershwin portarono nel musical il valore aggiunto di raffinatissimi arrangiamenti Jazz. La strada di Broadway, lunga e obliqua, che tagliava in due l'isola di Manhattan, ospitava i luoghi deputati del teatro e della musica, teatri che sfornavano spettacolo su spettacolo e che davano lavoro a migliaia di musicisti, cantanti, addetti tecnici e che facevano fiorire un impresariato capace di innovazioni di originali in grado di tenere desto l'interesse del pubblico. Ma su questo tipo di emigrazione della canzone giovani studiosi di talento hanno prodotto studi di impeccabile esaustività. Era fiorente anche l'industria discografica, che aveva raggiunto livelli tecnici in grado di produrre rapidamente e in modo sempre più fedele. Per la verità anche Napoli si distinse per una pronta risposta ai nuovi sistemi di riproduzioni. Nacquero le prime Case discografiche che durarono a lungo, almeno fino all'agonia del vinile. I nostri cantanti, avvezzi a lavorare nei locali e nei piccoli teatri della zona del porto o nel cuore della città si trovarono di fronte ad una realtà che era andata avanti più velocemente. Molti di loro venivano invitati, già negli anni trenta, ad esibirsi nel corso di trasmissioni radiofoniche nelle tante emittenti private già attive da tempo. I meno fortunati, eredi della posteggia, un'attività per nulla marginale che univa la canzone ai momenti conviviali nei ristoranti napoletani, si esibivano nei locali di Little Italy e in tutte le zone in cui risiedevano gli italo - americani. Una ricchezza di locali che offrivano musica napoletana negli anni trenta e quaranta si segnala nel New Jersey, Newark, Trenton e, soprattutto Paterson, città nella quale migliaia di irpini avevano trovato lavoro nelle fiorenti industrie tessili. Con i fratelli Amerigo ed Alfredo Bascetta, che si distinguevano per un discreto grado di scolarizzazione e per una predisposizione all'azione politica, giunsero in America a bordo di grandi e sempre più veloci bastimenti i grandi nomi della canzone napoletana, personaggi che non correvano rischi, avendo raggiunto gli States in forza di precisi accordi tra impresari. Diversa la situazione di chi aveva corso il rischio di tentare... Migranti della musica, questi ultimi temerari, più che artisti in tournée. Giunsero a New York, tra i tanti altri grandi nomi (diversa e lontana da questo tipo di presenze il caso di Enrico Caruso, una vera e propria star internazionale), il tenore Vittorio Parisi che aveva consacrato ad un successo che ancor oggi resiste e suscita più di un'emozione un piccolo capolavoro come Quanno tramonta 'o sole. Parisi, classe 1892, come spesso accade, deve ad una improvvisa sostituzione la sua fortuna nel mondo della canzone (era già felicemente attivo nella lirica!).
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