Racconti del non possibile e del non probabile

Alcuni anni fa, in inverno, fui vittima di una insonnia notturna ostinata: crollavo addormentato a giorno ormai fatto. Le notti erano interminabili e in quei momenti non potevo chiedere aiuto a nessuno. La mia insonnia divenne presto un notturno solitario incedere di parole: traslocai infatti nella notte le mie abitudini di scrittura e mi dedicai alla poesia e a altri progetti (alcuni abbandonati, alcuni ancora in attesa di pubblicazione). L'oscurità non dava tregua - era interminabile, inesorabile - e al fine, per imbrogliare un po' il tempo, cominciai - senza troppe pretese - la stesura di diversi racconti. Presto ne vidi però il carattere assurdo e paradossale e mi decisi a lavorarvi sopra, scoprendo che anch'essi avevano una loro dignità letteraria. Oggi, a distanza di anni, queste storie (brevi o brevissime) mi risultano ancora buffe o perturbanti, alcune decisamente divertenti. Così questa estate mi sono messo a rileggerle, spesso a correggerle: qualcosa ho cancellato e con sottile dolore - espunto; talora ho aggiunto un'idea (che in precedenza era rimasta nella penna o che è nata nel frattempo), scrivendo qualche altro testo (nota dell'autore).