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Logiche del risentimento

Riferimento: 9788871866864

Editore: Moretti & Vitali
Autore: Desideri F. (cur.), Pieri P. F. (cur.)
Collana: Il tridente. Campus. Atque
In commercio dal: 04 Maggio 2017
Pagine: 234 p., Libro rilegato
EAN: 9788871866864
18,00 €
IVA inclusa
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Descrizione

Con questo fascicolo di «atque» intendiamo riflettere su quella più o meno segreta perturbazione emotiva, molto umana, che è il risentimento. Se lo assimiliamo a un'onda, tanto consideriamo pericoloso provare a cavalcare una qualsivoglia onda del risentimento che ci abbia pure involontariamente attraversato, quanto consideriamo necessario provare a comprendere cosa sia, come si sia generata, come possa propagarsi dentro e fuori di noi, come possiamo governarla, e come magari possa dissolversi. L'intento è quello di perimetrare questa complessa affezione: seguendo le declinazioni delle sue espressioni, ricostruendone gli itinerari e conoscendone le diverse geometrie sarà possibile evidenziarne le varie logiche. E nello svolgere questo compito, seguiremo - come al solito - le differenti prospettive che sono venute a darsi su questo tema nei vari ambiti di ricerca in epoca moderna e non solo. Si pensi soprattutto a studi e ricerche sul risentimento che vanno dalla filosofia all'antropologia politica, dalla filologia alla psicologia (ma anche alla psicologia morale), dalla letteratura alla fenomenologia, dalla sociologia alla psicoanalisi. E quindi alle riletture di vari pensatori che vanno da Nietzsche (nel suo duro confronto con Eugen Dühring) a Hegel, da Montaigne a Girard, da Dostoevskij (che passa attraverso un confronto critico con Secenov) a Scheler, da Rousseau a Freud (e non solo) sino - su piani diversi - ad Améry, Peter Strawson e Bernard Williams. Se il tema è il risentimento e in particolare le sue logiche, possiamo così enumerare gli sviluppi che maggiormente si sono evidenziati: come uno dei modi che si dà nelle relazioni umane e quindi come ciò che ci situa emozionalmente nei confronti dell'altro; come qualcosa attraverso cui il corpo emerge in quanto luogo di passaggio, per cui l'interno è sempre liminare, e l'io è non tanto uno stato quanto una transizione e uno scambio con gli altri; come un pensiero lancinante generato da un passato vissuto in modo irriscattabile che in quanto tale corrode e intossica; come terreno della violenza e del conflitto (intraindividuale, interindividuale e politico); come l'effetto di uno scacco del desiderio; come fenomeno che ha a che fare non già con un sentimento individuale, bensì con una modalità del con-essere; come fenomeno della memoria che contagiando e infettando la stessa memoria attende l'oblio come cura.