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La crisi del personaggio novecentesco. Smarrimento, libertà e ricerca di senso

Riferimento: 9791221819823

Editore: Aracne (Genzano di Roma)
Autore: Girgis Christine Samir
Pagine: 80
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 28 Maggio 2025
EAN: 9791221819823
Autore: Girgis Christine Samir
In commercio dal: 28 Maggio 2025
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Descrizione

Nel lavoro si esplora la crisi del personaggio novecentesco attraverso lo studio di opere di autori che, pur non essendo immediatamente riconosciuti dalla critica come innovatori del canone letterario, hanno saputo delineare con straordinaria profondità le inquietudini e i dilemmi dell'uomo contemporaneo. Federigo Tozzi, Carlo Emilio Gadda, Ugo Betti e Antonio Tabucchi emergono come figure emblematiche di una letteratura che indaga l'inettitudine, il disordine esistenziale e la perdita di senso, temi cardine della letteratura novecentesca. Tozzi, con la sua prosa asciutta e penetrante, si rivela un precursore della sensibilità novecentesca, capace di cogliere nei gesti minimi - come il raccogliere un sasso - l'epifanìa di un disagio esistenziale universale. Gadda, invece, si distingue per la sua tecnica narrativa che trasforma il caos delle relazioni umane in un garbuglio universale, specchio fedele della società italiana del primo Novecento. Ugo Betti, drammaturgo spesso trascurato dalla critica tradizionale, si rivela un osservatore acuto della condizione umana, esplorando il tema della colpa originaria e del destino inesorabile. Infine, Antonio Tabucchi, con la sua scrittura elegante e allusiva, decostruisce la figura del Super-uomo nietzschiano, sostituendola con personaggi fragili, intrappolati in equivoci assurdi e insignificanti. Questi autori, pur non avendo ricevuto subito il meritato riconoscimento, hanno contribuito in modo significativo alla riflessione sulla crisi del personaggio novecentesco, incarnando quella tensione tra forma e contenuto che caratterizza la letteratura moderna. Le loro opere, dense di interrogativi irrisolti e di silenzi carichi di significato si fanno così portatrici dell'arduo confronto tra il personaggio-uomo e l'abisso del proprio essere, in una realtà dominata dal vuoto esistenziale e dall'assurdità.
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