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    Stendalì. Canti e immagini della morte nella Grecia salentina. Con DVD

    Riferimento: 9788890180507

    Editore: Kurumuny
    Autore: Grasso Mirko
    Collana: Fotogrammi
    Pagine: 88
    Formato: Prodotto in più parti di diverso formato
    Data pubblicazione: 01 Gennaio 2005
    EAN: 9788890180507
    Autore: Grasso Mirko
    Collana: Fotogrammi
    In commercio dal: 01 Gennaio 2005
    Non disponibile
    12,00 €
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    Descrizione

    Il testo delle lamentazioni salentine, cantato dalle donne di Stendalì e interpretato nel filmato dall'attrice Lilla Brignone, viene tradotto da Pier Paolo Pasolini che coglie e mette in evidenza la struttura a piramide dei canti di morte. Nel canto di Pasolini, infatti, è presente una tensione che sale gradualmente e che si sposa perfettamente con un montaggio serrato delle immagini. Pasolini metabolizza, in una personale opera di riscrittura del materiale, quel sentimento autenticamente popolare e umano che traspare dai volti dei protagonisti del filmato. La ripubblicazione in dvd del documentario di Cecilia Mangini viene accompagnata da una nostra ricerca che propone: la ricostruzione del lievito culturale che ha fatto nascere questo genere di opere cinematografiche, un'analisi del contenuto specifico di Stendalì, il legame filiale con l'opera di Ernesto de Martino, una interessante e corposa intervista alla regista. Il nostro saggio si avvale di una panoramica sui registi demartiniani: pagine queste di Gianluca Sciannameo. In meno di quindici minuti il sasso lucente e duro diviene, oggi, un vero pugno nello stomaco: inchioda lo spettatore allo schermo, traccia un sentiero nel recupero della memoria collettiva. Alla visione di questo piccolo capolavoro, una vera e propria «opera di poesia realistica» come scrive Pietro Pintus, numerose sollecitazioni tornano alla mente. Grazie a Stendalì, e questa operazione culturale è un ringraziamento più ampio a Cecilia Mangini, è possibile ripercorrere un sentiero della memoria che appariva, prima di questa sua riproposta, vicolo cieco, relegato alla memoria di pochi ultimi.
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