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    Lungo il Tevere. Un viaggio immaginario tra mito e realtà

    Riferimento: 9788889024980

    Editore: Volumnia Editrice
    Autore: Giorgi Piero, Cicioni Carla
    Pagine: 382
    Formato: Libro rilegato
    Data pubblicazione: 30 Dicembre 2020
    EAN: 9788889024980
    Autore: Giorgi Piero, Cicioni Carla
    In commercio dal: 30 Dicembre 2020
    Non disponibile
    75,00 €
    IVA inclusa
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    Non disponibile

    Descrizione

    Un viaggio immaginario, perché fatto di immagini, è quello che ci propongono Carla Cicioni e Piero Giorgi guidandoci lungo il Tevere dalle sorgenti alla foce. Dopo La terra e l'acque (2003), Umbria rara, Umbria nascosta (2011) e L'Italia di Mezzo (2016), tornano a mostrarci e a condividere gli esemplari della loro ragguardevole collezione di antiche carte geografiche e vedute, invitandoci a percorrere un tragitto di oltre trecento chilometri lungo il fiume che gli antichi Romani avevano elevato a divinità. I ruscelletti del Fumaiolo si riuniscono alle Balze, per formare un corso torrentizio che a Pieve Santo Stefano è già un fiume. Qui il fiume imbocca la Valtiberina Toscana, lambendo Sansepolcro, e si immette nel Tiphernum, dalle cui colline lo vedeva scorrere Plinio il Giovane durante gli ozi nella sua splendida villa, osservando chi scendeva «cum parvis et patientibus navibus», cariche di frutta e cereali verso Roma. A Perugia il Tevere svolta verso occidente e costeggia Deruta e Torgiano, dopo aver ricevuto le acque del Chiascio, arricchite dal Topino, e alle falde del colle tuderte volge ancora a oriente, immettendosi nella gola del Forello. La diga di Corbara, e quella più a monte di Montedoglio, hanno oggi interrotto la sua decantata navigabilità, a cui tanto tenevano i Romani e anche qualche pontefice. Ai piedi della rupe orvietana riceve il Paglia, ingrossato dal Chiani e, dopo Orte, il Nera nel quale si è gettato il Velino. È ormai un bel fiume quello che passa sotto Ponte Milvio e giunge a Ripetta, dove attraccavano le ciarmotte cariche di vino e di olio della Sabina e della Faliscia. Adesso è il fiume dell'Urbe, cantato da Orazio e Virgilio, è il dio che accoglie il fuggitivo Enea e salva dalle sue acque i gemelli per lasciarli nutrire dalla Lupa. Traversati i vari ponti e superato il grande Porto di Ripa, il Tevere, col suo carico di acque e di storia scende giù fino a Ostia, dove il dio Nettuno gli affida il remo simbolo di navigabilità. Un piacevole e avventuroso viaggio che si può fare comodamente in poltrona, ammirando le tante immagini trovate dagli autori e incorniciate dalle loro piacevoli spigolature.
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