Diario di un'attesa

A me l'urgenza di scrivere prende quando ciò che sento si manifesta così chiaramente da confondersi con il mio stesso essere. In quei momenti sono completamente assimilabile alle mie parole. Io sono le mie parole e le mie parole sono me. Diventiamo indistinguibili: una corrispondenza perfetta. E se non sono in quelle righe, allora non sono in nessun posto. Oggi, per me, è il giorno dell'urgenza. Ci sono storie così improbabili che non possono essere credute. Anche se esistono, anche se le si possono leggere negli occhi di chi ce le ha addosso quelle storie, se solo fossimo in grado di spogliarci dell'evidenza. Ma è così comoda l'ovvietà, per tutti noi. Persino per me. La gente, storie così, non le racconta mai. Le tace per buon senso o, forse, per timore. Ma io questa storia la voglio raccontare. E allora scrivo (Dalla prefazione dell'autrice).