Cosmo dinastico degli Spizel. Saga di una tenace dinastia (Il)

Su quella pelle dura, scura e lucida di sudore, i rivoli che scendevano lungo il viso e le spalle erano segni di una fatica amara e dolorosa. Riflettendo, capiva - doveva capirlo - che la situazione mondiale non era affatto piacevole. Quante sanguinose rivolte si susseguivano incessantemente nei quattro angoli del mondo? E le guerre? I tradimenti? Gli inganni? La volontà di distruggere le anime di Dio? Donne, bambini, padri, vecchi e ammalati morivano. Chi non moriva sotto la tetraggine di questi condottieri affamati di guerra? La buona stagione continuava a illuminare i radiosi giorni che, oltre a essere caldi, facevano sentire di sera la frescura saporosa dell'oceano Indiano: il grande mare leggendario, nei cui fondali i vecchi tribali credevano di trovarvi le tombe antichissime dei loro lontanissimi avi, caduti negli abissi misteriosi, per non tornare più nella loro terra nativa. Come negli anni precedenti, un altro tifone abbatté le zone fertili, distrusse le coltivazioni e cancellò dalla terra il sangue e il sudore dei contadini che avevano lavorato duramente. Sherry, infatti, se ne andò in una notte serena e stellata, carezzata dal lieve vento dell'oceano Indiano, accanto al quale si trovava l'ospedale. Dalle finestre spalancate entravano i sussurri incessanti del vento, che sembravano melodie misteriose orchestrate sotto un cielo costellato, riscaldato dal sobrio calore di una notte tropicale.