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Commedie. Con espansione online

Riferimento: 9788867583423

Editore: Edimedia (Firenze)
Autore: Alfieri Vittorio, Sterpos M. (cur.)
Collana: Grandi classici della letteratura
Pagine: 551
Formato: Prodotto in più parti di diverso formato
Data pubblicazione: 20 Luglio 2024
EAN: 9788867583423
Autore: Alfieri Vittorio, Sterpos M. (cur.)
Collana: Grandi classici della letteratura
In commercio dal: 20 Luglio 2024
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Descrizione

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). Pubblicando per la prima volta un'edizione commentata delle sei Commedie di Alfieri si è inteso offrire a un pubblico più vasto opere finora conosciute solo da una cerchia limitatissima di studiosi. In realtà queste Commedie alfieriane hanno avuto una scarsa fortuna anche di critica, e ciò perché il grande Astigiano è stato sempre esaltato come sommo tragico, mentre è stato ignorato o sminuito come comico. Le sue opere nell'ambito di quel genere sono state considerate capricciose bizzarrie di un Alfieri minore: in effetti la critica alfieriana ha cominciato a occuparsi seriamente delle Commedie, riconoscendone l'importanza e il valore, solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Va detto subito che la comicità delle Commedie non è quasi mai gratificante, e anche il riso è raro, e per lo più amaro, più da satira che da commedia, ma la sua natura sarcastica non la rende meno geniale. Delle Commedie le prime quattro sono politiche, dedicate a dichiarare la sfiducia assoluta per tutti i classici regimi di governo: la monarchia nell'Uno, l'oligarchia nei Pochi, la democrazia nei Troppi, mentre L'Antidoto propone un regime misto che dovrebbe rappresentare il tipo di governo ideale. La quinta è La Finestrina, definita dallo stesso autore «aristofanica» e rappresenta, per riconoscimento generale, la commedia nella quale l'estro comico alfieriano si esprime ai più alti livelli, sia per stile che per invenzione, e quella dove si aprono maggiori spiragli verso una comicità leggera e ariosa. Grandiosamente cupo è invece il mondo della sesta commedia, Il Divorzio, che rappresenta la sola opera nella quale Alfieri abbia messo in scena un ambiente borghese. Con questa commedia, che è anche la sua ultima opera in assoluto, Alfieri dà il suo addio alla letteratura, esprimendo col furore creativo delle opere più riuscite la visione pessimistica del mondo e della realtà italiana in cui si trovava immerso. Nelle Commedie ha poi un'eccezionale importanza il linguaggio, che per rappresentare una realtà così greve e triviale deve essere inevitabilmente basso, ma anche vigoroso ed espressivo, veramente da stile comico-satirico: in una parola espressionistico ante litteram. E Alfieri lo trova nel vernacolo fiorentino parlato, che dopo dieci anni di permanenza a Firenze era certamente in grado di comprendere, gustare e usare tanto efficacemente da coglierne la linfa vitale e farla circolare nelle Commedie. Il fiorentino che Alfieri fa parlare ai suoi personaggi è tanto vero, e naturalmente realistico, da risultare pienamente godibile ancora oggi, al punto che da qualche scambio di battute si può perfino ricavare l'illusione di star ascoltando un dialogo odierno tra fiorentini.
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