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    «Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra

    Riferimento: 9788891787231

    Editore: Franco Angeli
    Autore: Residori Sonia
    Collana: Temi di storia
    Pagine: 282
    Formato: Libro in brossura
    Data pubblicazione: 08 Luglio 2019
    EAN: 9788891787231
    Autore: Residori Sonia
    Collana: Temi di storia
    In commercio dal: 08 Luglio 2019
    Non disponibile
    31,00 €
    IVA inclusa
    Quantità
    Non disponibile

    Descrizione

    Nel corso del primo conflitto mondiale, l'enorme numero dei prigionieri di guerra divenne una risorsa economica fondamentale per gli Stati impegnati nello sforzo bellico. Attraverso un ampio scavo archivistico l'autrice analizza come si sia sviluppato in Italia un vero e proprio sistema organizzato di lavoro forzato, che modellò la struttura dell'internamento militare al punto che, in breve, agricoltura e industria si contesero l'assegnazione delle centurie di prigionieri. Le ripercussioni della sconfitta di Caporetto tolsero forza-lavoro all'economia del Paese e i prigionieri, spostati in zona di guerra, divennero vere e proprie truppe di seconda linea al fronte. Dopo la battaglia vittoriosa di Vittorio Veneto, l'afflusso massiccio di prigionieri austro-ungarici mise in grande difficoltà la struttura concentrazionaria italiana e i detenuti dei campi di concentramento scontarono la precarietà della situazione con fame, freddo e malattie epidemiche (tifo petecchiale e malaria), ma anche la volontà punitiva dei vincitori. Lo Stato italiano, infatti, dopo la firma dell'armistizio negò sempre, ostinatamente, il permesso di visitare le proprie strutture ai rappresentanti della Croce rossa ungherese e austriaca, ma anche a quella internazionale di Ginevra.
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